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Questa zona ha delle origini molto antiche, come testimoniano i resti di un pavimento appartenente a una villa romana, trovato alle Lame. Nel passato, questo territorio era paludoso e acquitrinoso, come testimoniano gli attuali nomi delle vie e dei rioni del quartiere: Beverara, la zona degli abbeveratoi; la Noce, un luogo in cui le strade si incrociavano formando come il gheriglio di una noce e infine Pescarola, che indica un luogo dove la pesca era abbondante, e in effetti il fiume Reno in passato era molto pescoso e nelle sue acque limpide le donne lavavano i panni.
Un altro corso d'acqua che attraversa la zona è il canale artificiale Navile, che dà il nome all'attuale comprensorio territoriale (quartiere Navile). Verso l'anno 1208 d.C. Il Comune di Bologna stipulò un accordo con i mugnai per effettuare il trasporto merci e per la navigazione. Fino ai primi dell'800 quasi tutto quello che entrava e usciva dalla città poteva essere trasportato sulle acque del canale Navile. Per superare i numerosi dislivelli del canale furono costruiti diversi sostegni, degli sbarramenti in muratura dotati di chiuse di metallo simili a delle 'lame' (da cui appunto prende il nome l'omonimo quartiere) per il transito delle barche in salita e in discesa. Il più importante era quello del Battiferro. Nel 1948 cessa la navigazione sul Navile.
La zona più antica delle Lame è quella denominata Bertalia, della quale si hanno notizie documentate fin dal 1500 d.C. Adiacente alla zona di Bertalia si trova la zona denominata Pescarola in cui sorge il Centro Sportivo di Pescarola, una delle prime strutture polisportive della città. Pescarola era, fino all'ultima guerra, la zona dei birocciai che trasportavano soprattutto i mattoni delle fornaci e la ghiaia delle cave.
Il vasto territorio delle Lame è delimitato a Nord dalla pianura di Castel Maggiore, a Sud verso il centro storico dall'intrico dei binari della stazione ferroviaria, ad Est dalla ferrovia e dal canale Navile, ad ovest da altre ferrovie e dal fiume Reno. Per questo suo isolamento è stata la parte di Bologna in cui furono confinati gli indesiderati di Bologna dal regime fascista, in alcuni insediamenti abitativi appositamente creati per ospitarli: le cosiddette “case rosse”, palazzine ad un piano senza fondamenta; i “topi grigi”, edifici ad un piano anch’essi senza fondamenta; gli “Umili”, sette edifici a tre piani costruiti dall’Opera Pia Cassarini Pallotti sull’attuale via Marco Polo. La maggior parte delle famiglie che vi furono ospitate è rimasta negli alloggi fino alla loro demolizione avvenuta alla fine degli anni 80, e si è trasferita nelle nuove case popolari costruite nella stessa zona.
Alla metà degli anni settanta fu costruita la Via Gagarin, che aprì le Lame verso la Bolognina; Tra la fine degli anni 70, e inizio degli anni 80, fu costruito il Peep di Pescarola tra le vie Agucchi e Zanardi e venne inoltre completato un altro insediamento Peep tra le vie Zanardi, De Gama e Marco Polo.
I principali giardini pubblici del quartiere sono quello delle Caserme Rosse, il parco di Villa Angeletti, il parco dei Giardini e il parco della Zucca.